Il nostro Diario Lucano
" CULTURA E TRADIZIONI "
Il nostro Diario Lucano
" CULTURA E TRADIZIONI "
In Basilicata, tra i boschi silenziosi e i borghi arroccati, si tramanda una leggenda antica e affascinante: quella delle masciare, donne sapienti, guaritrici, ma anche temute per i loro poteri misteriosi. Non erano streghe nel senso oscuro del termine, ma figure ambigue, sospese tra il sacro e il profano, tra medicina popolare e magia.
Le masciare vivevano ai margini dei paesi, spesso sole, circondate da erbe, animali e silenzi. Conoscevano i rimedi naturali, i cicli della luna, le preghiere segrete e i gesti rituali. Si diceva che potessero curare il malocchio, prevedere il futuro, o far innamorare con un semplice sguardo. Alcune erano rispettate, altre temute. Tutte, però, erano circondate da un’aura di mistero.
Secondo la tradizione, le masciare si riunivano di notte sotto un albero secolare per compiere i loro rituali. Si racconta che volassero a cavallo di un cane bianco, simbolo di passaggio tra i mondi. Alcuni anziani ricordano formule sussurrate, gesti ripetuti tre volte, e l’uso di oggetti come aghi, sale, olio e acqua per “spezzare” il maleficio.
Questa leggenda è oggi celebrata nel Sentiero delle Sette Pietre, un percorso escursionistico che collega Castelmezzano a Pietrapertosa. Lungo il cammino, sette tappe raccontano la storia di un amore proibito tra un uomo e una masciara. Ogni pietra è una scultura che si anima con suoni e luci, trasformando la camminata in un viaggio tra mito e natura.
Oggi, le masciare non sono più temute, ma studiate e celebrate come parte del patrimonio culturale lucano. In alcuni paesi si organizzano eventi folkloristici, spettacoli teatrali e laboratori di erboristeria per riscoprire il sapere antico che queste donne custodivano. Tra questi, Albano di Lucania con le sue "Notti della Magia", Satriano di Lucania con il suo "Carnevale Degli Alberi", Castelmezzano e Pietrapertosa, Aliano nelle "Giornate della memoria" e Guardia Perticara.
C’era una volta, tra le valli silenziose della Basilicata, una donna che viveva ai margini del bosco. Nessuno sapeva il suo nome, ma tutti la chiamavano masciara. Le sue mani sapevano impastare il pane come si impasta un incantesimo, e il suo sguardo conosceva il tempo delle erbe, il ritmo della luna, il respiro della terra.
Nel suo piccolo focolare, tra pentole annerite e sacchetti di stoffa pieni di semi, nascevano piatti che non erano solo cibo, ma gesti rituali. Zuppe che scaldavano l’anima, infusi che curavano il cuore, biscotti che si offrivano durante le veglie, quando si raccontavano storie e si tramandavano segreti.
Il mito:
Un pane rituale, da spezzare con le mani, come si faceva nei riti di protezione. Si diceva che questo pane tenesse lontano il malocchio se condiviso in cerchio.
Ingredienti:
Farina di grano duro
Lievito madre
Semi di finocchio, anice, cumino, papavero, sesamo, coriandolo, pepe nero
Acqua e sale
Preparazione:
Impasta la farina con acqua tiepida, lievito e le sette spezie. Lascia lievitare per 6 ore, poi cuoci in forno a legna (o statico a 220°C).
Il mito:
Una zuppa contadina che si diceva favorisse il sonno e la lucidità nei sogni. Le masciare la preparavano durante le notti di luna calante, per “purificare” corpo e spirito.
Ingredienti:
Ceci, cicerchie e lenticchie (ammollati)
Patate e cipolla
Foglie di salvia e timo
Olio evo e sale grosso
Preparazione:
Cuoci i legumi lentamente con le verdure e le erbe aromatiche. Servi calda, con pane tostato e un filo d’olio.
Il mito:
Le masciare preparavano questo decotto con le erbe raccolte all'alba. Veniva utilizzato come rimedio naturale digestivo e rilassante e veniva servito in tazze di terracotta, accanto a candele accese.
Ingredienti:
Foglie di alloro
Fiori di camomilla
Rametti di rosmarino
Miele di castagno
Acqua di sorgente (o minerale)
Preparazione:
Porta l’acqua a ebollizione, aggiungi le erbe e lascia in infusione per 10 minuti. Filtra e dolcifica con miele.
Situata a Brindisi Montagna, tra le Dolomiti Lucane, la Grancia è un parco tematico che celebra la cultura contadina lucana, il brigantaggio post-unitario e le tradizioni popolari. Si estende su oltre 50 ettari di boschi e radure, ed è pensata per offrire ai visitatori un viaggio nel tempo, tra rievocazioni storiche, laboratori, spettacoli e sapori autentici
Il fiore all’occhiello del parco è il cinespettacolo serale “La Storia Bandita”, una rappresentazione teatrale multimediale che racconta le gesta dei briganti lucani dopo l’Unità d’Italia.
Oltre 300 figuranti in costume animano un grande anfiteatro naturale
Le voci narranti sono quelle di Michele Placido, Lina Sastri e Orso Maria Guerrini
Le musiche originali sono firmate da Lucio Dalla, Antonello Venditti ed Eddy Napoli
Gli effetti speciali sono curati dal maestro Carlo Rambaldi, vincitore di tre Oscar
È uno spettacolo emozionante, che unisce teatro, cinema e storia, e che ogni estate attira migliaia di spettatori.
Durante il giorno, il Parco della Grancia offre:
Laboratori del miele, della pittura e della ceramica
Fattoria didattica per bambini
Percorsi naturalistici e trekking nel bosco
Rievocazioni dei Carnevali lucani e dei riti agricoli
Degustazioni nel Borgo dei Sapori, con piatti tipici come la strazzata, il caciocavallo impiccato e i peperoni cruschi
Per maggiori informazioni riguardo al Parco, le sue attività o per conoscere il tariffario e riservare i tuoi biglietti visita il sito ufficiale https://www.parcograncia.it/